NO ALLE DISCRIMINAZIONI il primo nemico è l’ignoranza

LA NUOVA SPECIALE GIOVEDÌ 17 FEBBRAIO 2022

Scuola è Lavoro

NO ALLE DISCRIMINAZIONI

Disabilità: il primo nemico è l’ignoranza

di Federica Cabras, Giorgia Nuvoli e Sara Spirito”

Un incontro per parlare di discriminazioni e diritti negati nei confronti delle persone affette da disabilità. Un confronto tema importante e spesso sottovalutato, voluto e organizzato dalla Consulta Provinciale delle Studentesse e degli Studenti di Sassari e aperto agli alunni di tutte le scuole. Sono stati numerosi gli istituti che  hanno seguito l’evento che si è svolto online nei giorni scorsi, compresa la nostra scuola: il Liceo Enrico Fermi di Alghero. Un incontro organizzato dalla Consulta degli studenti per parlare di diritti negati

Noi siamo rimaste molto colpite e subito dopo la conclusione abbiamo ritenuto che il tema meritasse un’ulteriore occasione di riflessione. Per questo abbiamo deciso di fissare nelle parole di questo articolo ciò che l’appuntamento ci ha trasmesso.

Ci ha colpito, fin da subito, la testimonianza diretta di coloro che subiscono il fenomeno discriminatorio e che lo raccontano agli altri per comunicare la sofferenza provata sulla propria pelle e fare in modo che non capiti più a nessuno. Ma anche chi convive con la disabilità mostrando grande forza e diventando un esempi per tutti. Come Emanuela Piras, laureata in psicologia e appassionata di sport, la quale racconta come trascorre la sua vita essendo affetta da sclerosi multipla, cioè con tanta forza d’animo e spirito di resilienza.

Può sembrare assurdo che una persona con disabilità venga privata dei suoi diritti o subisca dei torti perché la sua conduzione non viene capita, accettata o ignorata

Purtroppo però succede e non di rado. In questi casi parlarne, confrontarsi, risulta essere il migliore antidoto.

La  parola viene passata a Giampietro Uleri, presidente dell’associazione onlus U.F.Ha. che si occupa di creare una società più giusta ed inclusiva per tutti. Fin da bambino Giampietro dovette fare i conti con tanta cattiveria e mancata accettazione della sua disabilita. Fu rifiutato della maestra d’asilo, diverse furono le insegnanti di sostegno che operarono per lo più dannosamente, come quella che in prima elementare gli impose la scrittura con la mano destra mentre lui evidentemente tendesse a usare quella sinistra. Purtroppo Giampietro Uleri fu protagonista di innumerevoli situazioni simili, la maggior parte delle quali quando era bambino e frequentava la scuola primaria. Tutte le discriminazioni fanno male, a partire dalle parole. Cosi ha commentato quanto ha dovuto subire negli anni. E noi non possiamo che essere d’accordo. È  da folli credere che il linguaggio sia un mondo a sé stante, indipendente dalla realtà che descrive. Un linguaggio inclusivo installa le proprie fondamenta nel dialogo se per esempio non abbiamo ben chiaro come riferirci a una persona in carrozzina, chiediamolo di rettamente a quest’ultima. In formiamoci e ascoltiamo le persone, non cadiamo nella superbia del dire “una parola vale l’altra”. Su questo Giampietro Uleri ci ha spiegato che le persone con disabilità non sono diversamente abili, sfortunate. Lui ha persino vinto il primo premio in una lotteria! Handicappate. Sono invece persone che hanno con gusti musicali, teatrali, stilistici, magari un cane, un affitto da pagare, un cugino di nome Franco e, tra le altre cose, anche una disabilità. Ma non sono “la disabilità”.

 Abbiamo poi avuto il piacere di ascoltare le parole dell’educatrice Cosetta Spanu che offre, secondo noi, un concreto aiuto per coloro che non hanno sbocchi lavorativi agevoli o percorsi universitari adatti alle loro esigenze. La cooperativa che si impegna in questo progetto e della quale la Spanu si fa portavoce si chiama “Incontrocorrente”. Le sue parole ci hanno aperto un mondo a noi sconosciuto, ci ha parlato della comunicazione non verbale, intendendola solo una delle tante forme di espressione, forse quella più utilizzata, dunque la privilegiata, ma non l’unica. In merito ci ha spiegato che talvolta serve imparare i modi di come l’altro si esprime, e non obbligarlo ad imparare il proprio, svalutandolo sulla sfera personale qualora non riuscisse a farlo. Siamo convinte che occasioni di dialogo, come quella offerta da questo incontro, sia un arricchimento sotto tutti i punti di vista, perché aiutano a compiere i primi passi verso un mondo più inclusivo “studentesse del Liceo Fermi di Alghero